La tempesta perfetta del grano duro…lo dicono i mugnai italiani

Che la situazione fosse tesa sul mercato del grano duro non era sfuggito a nessuno. Ma un comunicato del genere è davvero sorprendente. I mugnai Italiani ci informano che forse avranno problemi di approvvigionamento di grano duro nei prossimi mesi.

Cosa si aspettano che accada dopo questo comunicato?

La reazione più naturale per un venditore locale o internazionale, produttore o commerciante che sia, sarà quella di rafforzare ancora di più il proprio atteggiamento di tenuta (o ritenzione come dicono loro) sul mercato, favorendo un ulteriore aumento dei prezzi ed eventualmente danneggiando ancor di più gli acquirenti industriali.

Oppure si aspettano qualche magico intervento Istituzionale? Non saprei di quale genere però.

Tutto ciò senza che la eventuale catastrofe si sia ancora realizzata peraltro…sentito mai parlare di profezie autoavveranti tra i mugnai?

Ogni volta che il prezzo del grano duro sale oltre certi livelli il settore va fuori di testa in Italia, ma un harakiri del genere non si era ancora visto. Non posso fare a meno di evidenziarlo e diffonderlo in modo che le previsioni tempestose di Italmopa si possano verificare quanto più perfettamente possibile.

32 pensieri su “La tempesta perfetta del grano duro…lo dicono i mugnai italiani

  1. In effetti Bari ha quotato +10 €/ton. Su tutte le categorie del nazionale convenzionale,
    +20 €/ton su grano duro estero e
    +25€/ton su lenticchie nazionali

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  2. Più leggo il comunicato più mi fa riflettere e nascono altri e nuovi pensieri…
    Scrivono di decremento della produzione UE ed in particolare Italiana ( quando in realtà la produzione nazionale sembra essere grossomodo la stessa dello scorso anno )… Può essere che sia una scusa per preparare ( ed abituare) mediaticamente il consumatore all’ arrivo ingente di navi con grani esteri e nello stesso tempo tentare di smantellare il discorso dell’etichettatura? Della serie inizieranno a lamentarsi “avete visto non possiamo scrivere grano coltivato in Italia ed in paesi UE perché manca la materia prima e non possiamo metterci a cambiare etichetta di anno in anno” …

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    1. decremento rispetto alle aspettative…avevano grandi aspettative sino a maggio…poi è finita male in Italia. All’estero sono stati dei taccagni, lo scorso anno pagando il grano una miseria e giustamente quelli ne hanno seminato molto meno, vedi -12% delle superfici seminate negli USA quando in realtà il mercato era in calo di scorte da due anni. Avrebbero dovuto stimolarlo piuttosto con prezzi adeguati.
      Lo scorso anno io infatti mi aspettavo prezzi in aumento che poi non si sono verificati, ma la situazione era molto precaria e non capisco come siano riusciti a tenere il prezzo così basso. Ma ora pagheranno anche per lo scorso anno.

      Cioè scusa dopo un anno in cui sono state importate quasi 3 milioni di tonnellate, record assoluto, quasi tutte dal Canada senza che nessuno si sia lamentato…ora ci starebbero preparando a cosa di peggio? Giusto l’anno in cui è sicuro che Canada ed Usa produrranno pochissimo poi.
      Smantellare etichettatura e perché? Fanno esattamente ciò che vogliono affibbiando origine del grano con una semplice mail…vedi caso De Cecco, senza che la magistratura ravveda alcun reato. E vorrebbero smantellare questo sistema?
      L’anno in cui hanno solo grano italiano e pochissimo grano estero peraltro. Un discorso del genere lo avrebbero affrontato certamentese se il disastro produttivo fosse avvenuto in Italia.
      Attenzione che noto ragionamenti distorti e poco lineari alla De Bonis. Vuoi diventare Senatrice piuttosto che continuare con l’impresa agricola? 🙂

      L’unica arma fine di mondo che hanno a questo punto è di miscelare la farina di grano tenero con la semola di Duro, non so se stiano mirando a questo nel medio periodo. almeno per la pasta da esportazione. Io non lo escludo anzi sarebbe l’unica mossa sensata. Hanno solo bisogno di un eventuale appoggio politico per la deroga normativa.
      Il senso del comunicato è che senza materia prima chiuderanno gli stabilimenti con conseguente perdita di posti di lavoro e problemi sociali. La politica solitamente è recettiva quando si toccano certi tasti.

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      1. Ahahahahah no no nessuna discesa in campo politico 😁 semplicemente la stranezza di questo comunicato, tanto anomalo che leggendolo e rileggendolo fa nascere anche i pensieri più contorti 🤪😂
        Come dici tu, per giocarsi la ritenzione di agricoltori e commercianti avranno in mente un progetto molto più grande…

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      2. Può anche essere ma considerate che non tutto il tenero è uguale. C’è il soft e l’hard in base alla durezza del chicco.
        Di solito l’hard è quello che più si avvicina al duro.
        Per miscelarlo devono tirare fuori il granito, un prodotto che ha una granulometria simile alla semola.

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      3. Vero, ma è una pratica diffusa all’estero. Sostanzialmente viene fuori un prodotto che ha una capacità di tenuta della cottura inferiore…o addirittura se il grano è proprio scarso, un rilascio di amidi.
        Poi esistono dei coaudivanti che sembrano aiutare nella gestione dell’impasto di tenero e nella risoluzione dei problemi. Circa 5 anni fa, quando ci fu l’ultimo balzo del prezzo del Duro se ne parlò.

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  3. The drought especially affected the main durum wheat production areas in Central Anatolia and
    Southeast Anatolia. The durum wheat price increased dramatically and reached 2750 TL/MT (metric
    ton) in July 2021 ($320), up 50 percent compared to last year. Of the total 16.5 MMT of wheat that is
    expected to be produced in Turkey in MY 2021/22, 2 MMT is durum wheat.

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    1. sembra troppo poco rispetto ai dati IGC….in alcuni casi ci sono sistemi di valutazione molto diversi.
      Per capire quanto effettivamente sia il decremento produttivo andrebbe cercata la stima dell’Usda per la Turchia lo scorso anno.

      Se per caso mancassero davvero 1,5 mmt anche dalla Turchia rispetto al 2020, allora il mio consiglio è di andare a fare scorta di pasta per il prossimo anno.

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      1. Hai ragione sembra che ci siano sistemi di valutazione diversi, comunque vi è un calo produttivo…

        Total wheat production is estimated at 17.5 MMT in MY 2019/20, of which about 2.3 MMT is durum wheat.
        Turkey’s continued rapid urbanization, the growth in alternative crops, orchard development, greenhouse
        development, the Government’s price pressure on bread and wheat flour prices, and also the increased
        production of sesame seeds, onions, pulses and vegetables is slowly reducing the total wheat area in Turkey.
        Exceptionally this year, durum wheat planting area increased considerably while milling wheat area
        decreased vis-a-vis other crops as well durum wheat, due to better returns from durum wheat last year

        https://www.fas.usda.gov/data/turkey-grain-and-feed-update-14

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      2. Francesco L atteggiamento dei pastai secondo me è assai terroristico.
        Cerco di spiegami: promuovono una crisi alimentare di pasta minacciando aumenti in modo scriteriato facendoci passare per affamatori di popolo.
        L anno scorso il grano a foggia 33€ ( io 31 con pagamento a un anno) quest anno supponiamo a 40 o anche 42 quindi 30% in più .
        Adesso andiamo alla pasta: supponiamo che adesso costi 1€ al chilo ( almeno così mi pare vedendo i prezzi medi nei supermercati) quindi si arriva co L aumeodella materia prima a 1,30€ Cioè 3000 calorie.
        Una famiglia di 4 persone da un punto di vista solo della calorie potrebbe sostenersi per il necessario calorico con 2 kg di pasta cioè 2,60€, mettiamo pure 3€.
        Mi spiegate voi come mai noi produttori potremmo mai affamare il popolo?????

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      3. Aggiungo:
        Voglio considerare a questo punto che una famiglia d 4p mangi a sbafo due volte al giorno cioè 800g , quindi spesa totale 1€ o 1,20 !!!
        Perché la gente non prende coscienza di ciò??

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      4. Giovanni

        ok….però questo comunicato al momento non se la prende con nessuno. Sembra più un grido di allarme. Anche se non si comprende a che pro. Ma sicuramente loro avranno qualcosa in testa. Ed ovviamente non sarà nulla di buono per noi.
        Al contrario di tanti qui, io non credo che sia possibile trovare alcun accordo con gli industriali…abbiamo interessi legittimamente contrapposti che possono soltanto essere regolati dalla dialettica del mercato.

        Potremo asserire che il sistema non funzioni soltanto quando vedremo la gente morire di fame (ma non mi pare che accada) o gli agricoltori abbandonare le loro terre ( e non accade neanche questo al di là delle solite lamentele).

        Per quanto riguarda l’accusa di essere “affamatori del popolo” questa prenderà piede appena i nostri colleghi meno informati avranno finito di svendere il loro prodotto e rimarremo noi con il nostro grano in deposito a vendere.
        A quel punto non sarà difficile pronosticare attacchi mediatici per indurci a mettere il grano sul mercato.
        Vedremo…in generale credo che la controparte userà questa crisi contro i produttori almeno per ottenere una PAC più favorevole all’agroindustria.
        Sicuramente il seme certificato obbligatorio sarà in testa alle loro richieste.
        Tutto passa da lì, dall’innovazione varietale nel medio periodo. L’agroindustria ha ben chiaro che servono varietà più produttive ed adattabili per globalizzare l’offerta mondiale (solo il Canada è rischioso come abbiamo visto) per normalizzarci, come i produttori di grano tenero ed orzo. Dove i prezzi e le disponibilità sono molto costanti ed indiscusse.
        Vedremo se le organizzazioni di produttori avranno la lucidità di resistere alle sirene dell’agroindustria…temo di no. Però per fortuna le alchimie a volte si rivelano controproducenti.

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  4. Continua ad aumentare il prezzo del Duro USA

    https://www.barchart.com/futures/quotes/DWY0

    Si rafforza l’ipotesi del disastro produttivo in Nordamerica. Era prevista qualche pioggia ma sembra che sia saltata. Ancora caldo e secco su un area molto grande delle praterie.

    In Sicilia intanto molti agricoltori stanno cedendo il grano allettati dai prezzi in rialzo.
    C’è un flusso di grano siciliano verso la Puglia consegna Settembre.
    Poi forse finita la grande svendita il prezzo del Duro aumenterà seriamente anche in Sicilia.

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      1. Purtroppo in Sicilia quasi nessuno segue il mercato…anzi neanche ci crede.
        I 30€ sono considerati un buon prezzo e quindi la maggior parte vende.
        Ci sarà tempo per lamentarsi poi eventualmente.

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  5. Questo comunicato mi lascia abbastanza perplessa , che senso ha diffondere una notizia del genere che va solo contro i loro interessi ? così aumenta la voglia di ritenzione non solo tra di noi ( noi alla fine in qualità di agricoltori chiamiamo solo il prezzo, in pochissimi hanno il proprio grano dentro casa ) ma anche tra gli stessi commercianti che detengono il nostro prodotto e che vorranno aumentare il margine di profitto…poi non so voi, ma io non ho ricevuto chiamate di commercianti per chiudere , di solito quando sono previsti rialzi sono in fibrillazione per chiudere a meno ed aumentare così il loro margine , ma per ora il telefono dorme…aspetteranno Settembre perchè anche loro non vogliono rischiare? chissà…

    p.s ovviamente ci sarà dietro qualche strategia per aumentare i costi di pasta e pane , cosa già avvenuta quando è aumentato il grano e poi ovviamente mentre il grano è sceso tutti gli altri prodotti trasformati sono rimasti allo stesso prezzo che avevano durante l’aumento…

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  6. Comunque questo comunicato ci fornisce una indicazione preziosa. A quanto pare il punto di rottura per i mugnai è una contrazione della produzione canadese del 40%…ebbene visto che lo scorso anno fu di 6,5 mmt, il 40% corrisponde a 2,6 mmt…dunque se la produzione canadese dovesse attestarsi sotto le 4 milioni di tonn potrebbero esserci seri problemi di approvvigionamento.
    E non è una produzione così bassa, da non potersi determinare.

    In questo caso prezzi alle stelle. Un evento del genere si manifesto nel 2008 in primavera quando il grano materialmente mancò , alcuni molini chiusero ed i prezzi toccarono punte di 55-60 €/q per i pochi fortunati che avevano grano in magazzino.
    Quest’anno potrebbe anche andare peggio ai mugnai-pastai se in Canada ed USA le previsioni più cupe, ma non così improbabili a questo punto, dovessero avverarsi.

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  7. Salve a tutti secondo il mio personalissimo parere il comunicato in questione serve solo come primo mattone da parte dei mugnai per preparare i propri clienti ad aumenti importanti in termini di prezzo della semola e prodotti vari. Questo ragionamento lo faccio sulla base di un confronto fatto poco più di un mese fa con un mugnaio siciliano di un noto mulino di Pozzallo e che in sostanza sosteneva che comprare la materia prima oltre la soglia dei 40€ facilita moltissimo giustificare un prezzo della semola fino alla quota di 60-65€ mentre con prezzi della materia prima intorno a quota 30-35 non riescono a piazzare la semola oltre 40-45€. Non sono un esperto di tecnica molitoria e chiedo a voi di commentarmi per capire se questo ragionamento può avere un senso o sono solo bazzecole.

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    1. Considera che molti mugnai sono anche pastai, per cui questo aumento della semola diventa un costo per loro.
      Il mugnaio puro guadagna più che altro con alti volumi di macinazione, perché offre un servizio di macinazione, più macina più guadagna. Il prezzo della materia prima in fondo non è così importante per lui. In percentuale sulla semola guadagna più o meno lo stesso. Considera che le rese di macinazione sono intorno al 70 % per cui è chiaro che la semola cresca di valore più che proporzionalmente alla crescita del prezzo del grano.
      Il loro terrore è che la mancanza di materia prima dall’estero gli faccia chiudere gli impianti o li faccia lavorare a ritmo ridotto.

      In teoria se fossero davvero alla disperazione per mancanza di materia prima, potrebbero chiedere una deroga normativa che renda possibile la miscelazione di farina di grano tenero con la semola di grano duro, come accade all’estero. Però suppongo che le organizzazioni di produttori e l’opinione pubblica farebbero molto rumore.

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  8. Ben servito ,grano duro, i molini hanno
    Sempre aspirato la linfa delle colture del
    Frumento duro.
    In Sardegna hanno fatto calare la semine
    da 120.000 ha del 2000 la 13.000 del 2020 per via dei prezzi bassi del frumento duro.
    Complimenti per il commento non abbiate pietà dei mugnai!

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  9. Che sia la volta buona ,che capiscono che è meglio per tutti fare dei contratti (seri)di coltivazione con prezzo predefinito ,senza obbligo di cartellinato ecc ,per quest anno ben gli sta ,sempre se le loro lagne siano fondate

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    1. Italmopa dovrebbe fare autocritica e rendersi conto che questa situazione è anche frutto della loro politica!
      Hanno bistrattato gli agricoltori italiani credendo di poter reperire all’estero tutte le materie prime che gli servivano, a quanto pare non è sempre così.
      Hanno ceduto alla politica al ribasso dei prodotti finiti, imposta dalla GDO, così tanto da annullare i ricavi per gli agricoltori.
      Hanno tenuto le loro posizioni da signorotti industrializzati estraniandosi dalle decisioni di politica agricola dei vari governi, nonostante i vari ministri gli leccavano il sedere (ricordo la foto della Bellanova a braccetto con i Casillo di Corato).
      Hanno dimenticato che fanno parte del sistema agroalimentare nel quale l’attore principale è l’agricoltore, non il trasformatore!
      Risultato: negli anni riduzione delle semine.
      Seconda coltura, set-aside, mancanza di trasparenza, burocrazia, mancanza di controllo dei prodotti importati… Tutte causa che hanno portato l’agricoltore a non investire nella coltivazione del grano duro.
      Italmopa faccia vedere i bilanci degli ultimi anni degli associati…. Quanto hanno guadagnato? Pagavano il grano 27€ e vendevano o la semola industriale sempre a 44€!
      Che sia la volta buona che qualcuno capisca l’importanza di pagare il giusto prezzo per il lavoro dell’agricoltore.

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