E l’Italia respinge il grano USA

RASFFDa quando seguo l’import di grano dall’estero è la prima volta che accade…grano americano è stato respinto per ben due volte alla frontiera Italiana e rispedito al mittente. Ne da notizia il RASFF, il sistema Europeo di allerta per la sicurezza dei cibi e dei mangimi.

 Risulta infatti che in data 01/07/2016 l’Italia abbia respinto (border rejection) del grano tenero USA con un contenuto in deossinivalenolo (il famigerato DON) oltre i limiti di legge. 1676 μg/kg contro un limite max di 1250  μg/kg. (Pigia sulla tabella sottostante per ingrandire)

respingimenti grano

https://webgate.ec.europa.eu/rasff-window/portal/?event=searchResultList

In data 07/07/2016 è stato ulteriormente respinto un carico di grano (non chiaramente specificato, potrebbe anche essere Duro) con un contenuto di micotossine davvero elevato pari a 3138 μg/kg, ampiamente superiore anche ai limiti (già molto elevati) per il Duro stabiliti a 1750 μg/kg.

In basso una tabella con i limiti per le micotossine sui cereali in Italia.

limiti micotossine

Da tutto ciò possiamo concludere:

  1. il grano estero, nello specifico quello Americano, può contenere livelli di micotossine in alcuni casi elevatissimi oltre qualsiasi pessimistica previsione, dunque gli allarmi lanciati dalle organizzazione di categoria negli ultimi anni, trovano un riscontro ufficiale. A questo punto appare strano notare che sinora nessun carico fosse mai stato respinto (almeno secondo il sistema informatico del RASFF).
  2. non è più possibile affermare che in Italia i controlli non vengano effettuati…forse a causa della crisi cerealicola sono stati inaspriti gli accertamenti analitici, ma due casi positivi in un mese non sono pochi e ci fanno sperare in una maggiore attenzione delle Istituzione preposte alla verifica della salubrità sui cibi importati, sia per tutelare la salute dei consumatori, che l’attività agricola dei produttori nostrani.

Forse questo è un primo risultato dello sconvolgimento in atto nel nostro settore…chissà che questa crisi non possa generare anche qualche beneficio nel medio periodo.

24 pensieri su “E l’Italia respinge il grano USA

      1. Ed intanto a Bari si continua a vedere autotreni che fanno la spola verso il porto. Ci sono appena passato e stanno scaricando una nave chiamata “Marbacan” . Ho visto su internet che è partita il 13 agosto da Port Colborne in Canada, quindi a mercato già ampiamente depresso. Credo che la regia sia quella di continuare a tener depresso il più a lungo possibile il mercato per convincere a vendere a prezzi stracciati. Per quanto mi riguarda lo terrò nel capannone anche oltre la prossima mietitura.

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      2. Buonasera ci chiedevamo con alcuni amici che seguiamo con interesse queste blog ma che fine ha fatto la nave respinta di grano altamente nocivo. Non è che fa il giro del mediterraneo e sempre in Italia viene a scaricare. Riusciamo a controllare che fine abbia fatto. Oppure è solo una notizie da dare in pasto ai giornalisti e invece a noi ci danno in pasto il grano alle micotossine

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      3. Noi non possiamo in alcun modo sapere che fine abbia fatto il grano respinto.
        Non possiamo escludere che ritorni in Italia per altre vie, ma non possiamo neanche escludere altre soluzioni meno fraudolente.
        Solo un parlamentare che chieda gli atti del procedimento al Ministero dell’Agricoltura (che ha trasmesso l’allarme al RASFF) potrebbe informarci compiutamente sulla vicenda…quindi potreste rivolgervi al vostro parlamentare del territorio per raccogliere ulteriori informazioni se siete interessati a saperne di più.

        Possiamo escludere che sia una notizia data in pasto alla stampa, visto che nessun organo di informazione la ha riportata, e se il blog non controllasse puntualmente le notifiche RASFF, nessuno ne sarebbe mai venuto a conoscenza. In ogni caso la diffusione che può dare il blog, in assenza di un rilancio da parte di media più importanti, è davvero minima.
        Mentre se il respingimento fosse stato di natura propagandistica invece il fatto sarebbe stato pubblicato su tutti i giornali ed i media, con filmati e video in ogni dove, come solitamente accade…ricordiamo le iniziativa Coldiretti in tal senso al Brennero per esempio, con il Ministro dell’Agricoltura dei tempi che fermava i camion alla frontiera.

        Dunque la sensazione è che i respingimenti ci siano stati per davvero, ma dove sia poi andato a finire il grano è un mistero (che noi non abbiamo la possibilità di svelare).

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  1. I nordamericani hanno aziende seminative di migliaia di ettari dove possono spalmare i loro costi, noi invece abbiamo il sole che asciuga tutto se seguissimo la natura i Canadesi produrrebbero la legna e noi il grano!!!!! Spero che chi governa i paesi del mondo si renda conto che ognuno produca ciò per cui è più vocato sensa forzare la natura con la chimica ( vedi glifo)

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  2. Mi viene da chiedere allo scienziato che scrive l’articolo: crede che il grano italiano sia esente da micotossine? mi chiedo se le muffe non chiedano un documento di origine prima di contaminare delle partite di grano…

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    1. no, non sono uno scienziato, e spero neanche lei….sì, credo che il grano italiano, e specialmente del Sud Italia abbia generalmente valori di micotossine molto bassi o ne sia addirittura esente…e questo non per ragioni diplomatiche, ma perchè il clima asciutto ed il ciclo produttivo autunno-vernino da noi praticato limitano fortemente lo sviluppo di questi funghi sulla granella.
      In ogni caso noi auspichiamo controlli sulle micotossine e sui residui di fitofarmaci sul prodotto importato come su quello nazionale…noi non abbiamo nulla da nascondere o da temere (del resto sinora il RASFF non riporta segnalazioni su grano Italiano pericoloso)…per qualcuno che importa grano d’Oltreoceano qualche problema potrebbe invece sorgere (come nei casi soprariportati), in considerazione anche del lassismo che per anni sembra sia stato praticato sulle procedure di importazione.

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      1. Riguardo ai controlli sul prodotto importato,nel caso del grano duro ,sono pochi i porti utilizzati per fare entrare il prodotto,dovrebbe essere facile verificare quali e quanti controlli sono effettuati. Questa paura diffusa di controlli non esemplari, evidentemente si basa anche sulla consapevolezza ,da parte dei piu’,che in Italia molto volte la norma e’ aggirata,,penso che le autorita’ preposte ai controlli debbano essere parte del dibattito in corso,il silenzio finisce di essere interpretato come assenso e questo non fa bene.

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  3. Speriamo che i controlli si inaspriscano a tal punto da rivelare che il nostro grano è indispensabile all’industria e come tale venga rivalutato.
    Ma in altri tempi le navi sarebbero state scaricate. È cambiato l’approccio delle autorità? O sta cambiando qualcosa tra i grossisti commercianti? Il prezzo del nostro grano è precipitato così in basso da indurre ad essere più intransigenti con l’estero? Chissà dove si sono dirette quelle navi e se quel grano non rientrerà da noi ad un prezzo più basso è tagliato preventivamente con altro grano.

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    1. Buone domande a cui noi non possiamo dare risposta….se avessimo dei parlamentari degni di questo nome, potrebbero chiedere l’accesso agli atti e verificare come siano andate le cose.

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  4. Questa cosa mi consola parecchio, ma non perché è stato mandato indietro 1/2 carichi di grano, evidentemente se non era mai successo prima e perché i controlli non venivano effettuati, per essere buoni, ma perché è evidente gli agricoltori non sono pazzi o chissà cosa e che le centinaia di denunce fatte in ogni maniera e modo un fondamento ce lo hanno. Adesso bisogna continuare a denunciare in qualsiasi modo. Proprio oggi ho visto una pubblicità della mulino bianco che evidenziava il fatto che non usano più l’olio di palma. In questo cosa l’opinione pubblica e il web hanno vinto sulle idee delle multinazionali. Avanti così!!!

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