Uno sguardo agli stock canadesi di grano duro – I numeri di Spigadorata

In questa annata storica sembra che ognuno voglia dare un po’ i numeri e suo modo…e allora, grazie a Granduro che mi ha gentilmente concesso questo spazio, proverò a darvi un po’ anche io “i miei numeri”…che poi miei non sono affatto ma sono presi dai report ufficiali a nostra disposizione pubblicati delle varie istituzioni canadesi (principalmente Statistic Canada e Canadian Grain Commission).


Come base di partenza mi limiterò a darvi un po’ di dati duri e crudi, lasciando aperte ogni possibili interpretazioni e considerazioni su quali potranno essere gli scenari futuri in termini di mercato e quotazioni che si prospettano da qui in avanti… (lascio a Granduro sicuramente più ferrato di me in materia questo “duro” lavoro…) …tenendo sempre ben presente che questa è la prima di una serie di “fotografie” che si potranno andare a fare nel corso della rimanente annata e che come tale va presa, un’istantanea della situazione attuale che potrà subire variazioni in un senso o nell’altro…ma che via via potrà darci indicazioni preziose sul possibile proseguo dell’annata commerciale canadese.


Partiamo da Statistic Canada che l’8 febbraio scorso ha rilasciato la sua stima sulle scorte totali canadesi al 31 Dicembre 2021. Il grano duro è stato stimato a quasi 2,1 milioni di tonnellate, per la precisione 2.094.000t (ovvero circa il 56,5% in meno dell’anno precedente quando al 31 Dicembre 2020 le scorte ammontavano a 4.806.000t).
Ma questo forse un po’ tutti lo immaginavamo dopo la storica annata (in senso negativo ovviamente) che purtroppo per loro ha colpito sia i farmers canadesi sia i farmers statunitensi coi loro raccolti di grano duro più che dimezzati dalla siccità estrema. Per trovare un dato così basso bisogna tornare indietro nientedimeno che al lontanissimo 31 Dicembre 1988 con 2.024.000t.

FONTE Grafico serie annuali scorte canadesi: https://www150.statcan.gc.ca/t1/tbl1/en/tv.action?pid=3210000701

Come potete vedere dal grafico (cliccateci sopra per ingrandire se non riuscite a leggere i numeri), leggendo i dati a ritroso sempre di Statistic Canada, ci si accorge che dal 1988 ad oggi solo un’altra volta le scorte di duro canadese al 31 dicembre scesero sotto i 3 milioni di tonnellate, (ovvero nel dicembre 2007, anche se di pochissimo a 2.972.000t) e negli ultimi 10 anni solo due volte sotto i 4 milioni (nel dicembre 2011 e 2012 e tutte e due le volte sempre di poco con oltre 3.900.000t di scorte). Ci troviamo quindi in una situazione quasi del tutto inedita.
Infatti se facciamo il paragone con l’altra storica annata del 2007/2008 ci accorgiamo che le scorte al 31 Dicembre 2007 furono superiori di quasi 900.000t rispetto a questa annata commerciale, (ovvero 878.000t) con le scorte finali che al 31 Luglio 2008 chiusero a sole 809.000t, per poi risalire piuttosto in fretta nelle due annate successive oltre i 2 milioni con un picco nell’annata 2009/2010 a quasi 2,7 milioni di scorte finali (picco a tutt’oggi mai superato nelle annate successive…).

Ma è il trimestre Gennaio/Marzo 2008 ad attirare la mia attenzione, perchè allora si consumarono ben 900.000t, e le scorte passarono a 2.071.000t al 31 Marzo 2008, mentre nell’annata attuale per il momento ciò non sta affatto succedendo, anzi i consumi davvero molto risicati di canadese di questo inizio trimestre sembrano molto più simili a quelli del trimestre dell’altra annata storica del 1988/89 dove si consumarono solo 475.000t.
Fatta questa premessa di puro stampo statistico (ovviamente i consumi del 1988/89 non sono minimamente paragonabili a quelli di oggi e c’è da considerare anche tutto il contorno della produzione/consumo globale di duro in quegli anni specifici degli altri paesi non compresi in tabella…) passiamo ad analizzare la situazione attuale degli stock disponibili nei vari Terminal Canadesi della settimana commerciale N.27 ovvero alla data del 6 Febbraio 2022 (ultimo dato disponibile).

Come potete vedere dalla colonna a sinistra del grafico il totale degli stock commerciali disponibili al 6 Febbraio 2022 (Terminal portuali + Primary Elevator) ammonta a 945.400t, ma la cosa che balza subito all’occhio è la grandissima disponibilità nei Terminal di Saint Lawrence, ovvero tutti quei porti con sbocco verso l’oceano Atlantico e quindi i più vicini al Mediterraneo, da dove le bulk possono giungere in soli circa 15/20 giorni di viaggio. Le scorte commerciali attualmente lì ammontano a ben 409.000t contro le circa 150.000t delle due annate precedenti (colonna blu). Le consegne di duro al porto di Vancouver, dopo i disastri dell’alluvione di Novembre, sembra stiano finalmente riprendendo ritmo con 55.000t (prevalentemente di CWAD N.1) consegnati solo questa settimana. Gli stock a Vancouver tornano quindi a crescere dopo un lungo periodo di stasi portandosi a 88.000t (colonna verde), superiore alla media triennale. Scendono considerevolmente gli stock di Thunder Bay a sole 30.900t (colonna rosa), ma al momento il dato è ininfluente essendo il porto chiuso per la stagione dei ghiacci almeno fino a fine Marzo, così come i Terminal di Bay&Lakes (colonna celeste chiaro). Piuttosto alti anche gli stock nei Primary Elevator (colonna arancione), quelli da cui partono i carichi via terra, treni e tir, verso USA e Messico, ma che all’occorrenza riforniscono anche i silos dei Terminal portuali.

Altro dato di cui a mio avviso nelle prossime settimane andrebbe seguito con attenzione l’evolversi, è che nonostante le scarsissime scorte di quest’anno, paradossalmente gli stock commerciali “in pronta consegna” attualmente disponibili nei Terminal portuali sono piuttosto alti se paragonati a quelli delle due annate precedenti presi allo stesso periodo alla settimana N.27. Infatti il totale ammonta a 565.000t (somma delle colonne verde, rosa, celeste e blu) contro le 346.500t dell’annata 2019/2020 e le 340.100t della scorsa annata 2020/2021…quindi più di 200.000t di differenza in più.

A mio avviso, tra le altre cose, anche la quasi totale assenza dell’Algeria dagli acquisti ha pesantemente contribuito, considerando che fino a Dicembre aveva acquistato solo 26.600t…un numero davvero bassissimo considerando i dati dei loro acquisti di canadese degli ultimi 10 anni tutti abbondantemente a 6 cifre…anche se non escludo qualcosa possa partire anche dal Canada per l’Algeria nei prossimi giorni. (Nel mese di Febbraio sono previste le spedizioni/consegne dell’asta algerina di fine Dicembre).
Comunque sia questo gap è senza dubbio il risultato delle scarsissime esportazioni degli ultimi 2 mesi effetto del forte ridimensionamento della domanda globale di canadese a causa dei prezzi molto elevati, e conseguenti consumi ridotti…a Dicembre 2021 si è esportato solo 100.100t mentre a Gennaio 2022, quando il dato verrà pubblicato, è verosimile che il dato si chiuda intorno alle 120.000/130.000t…dati piuttosto bassi rispetto la media mensile prevista per raggiungere i 2,3 milioni totali di export predetti per fine annata.

E veniamo all’ultimo grafico…la qualità degli stock attualmente disponibili nei terminal portuali.

Come potete vedere il grano duro di categoria N.1 attualmente la fa da padrone, al contrario di quello che sosteneva qualcuno solo qualche giorno fa, dove si dava il vecchio raccolto canadese di qualità più elevata come ormai esaurito e il canadese N.1 come merce ormai rara…in realtà è esattamente il contrario, in questi ultimi quattro mesi, da Ottobre in poi, si è acquistato molto più N.2 e N.3 e viceversa si è un po’ snobbato il N.1, ovviamente più costoso, relegandolo solo a circa un quarto degli acquisti totali, nonostante la sua netta prevalenza negli stock disponibili fin da inizio annata.


Queste alte scorte di CWAD N.1 rimaste potrebbero in teoria essere molto appetibili per il mercato Nord Africano, notoriamente molto esigente in tal senso…se non fosse per i prezzi molto alti (come abbiamo visto nell’ultima asta tunisina e le recenti partenze di due grosse bulk dai porti italiani di Bari e Ancona per l’Algeria…quando invece tutti i traders davano per scontato che l’origine del grano sarebbe stata prevalentemente canadese e in parte messicana).

La grande incognita sono gli italiani…notoriamente particolarmente affezionati alle categorie di grano canadese inferiori che attualmente scarseggia…tuttavia quest’anno il canadese di buona qualità potrebbe servirgli per tagliare adeguatamente le partite di grano di qualità inferiore, che come sappiamo, quest’anno tra francese e australiano c’è a cui attingere abbondantemente a piene mani…come dimostrerebbe sia il carico da 30.000t della bulk carrier ISOLDA proveniente dal porto francese di La Pallice e sbarcata nei porti campani di Salerno e Torre Annunziata a metà Gennaio scorso https://twitter.com/GroupeSica/status/1478012568295952392?cxt=HHwWkMC-rbOm-oIpAAAA
sia anche il prossimo arrivo a Bari il 19 Febbraio della bulk carrier BC GRACE proveniente sempre da La Pallice con un carico lordo di circa 29.600t.
https://www.marinetraffic.com/it/ais/details/ships/shipid:407692/mmsi:351450000/imo:9561887/vessel:BC_GRACE

Tuttavia se accadesse che nè i Nord africani, nè gli italiani dovessero acquistare questo canadese nelle prossime settimane, o questo avvenisse in maniera molto ridotta e razionata come successo finora, a mio avviso quegli stock così alti potrebbero iniziare a diventare un problema più avanti, perchè più in là si andrà con l’annata commerciale, più grande sarà il peso di questi surplus commerciali in “pronta consegna” non smaltiti.
Ma letta in un’altra maniera potrebbe anche voler dire che, in assenza di esportazioni significative nelle prossime settimane dai Terminal di St. Lawrence, in primavera/inizio estate sarebbero potenzialmente disponibili pronti a partire dal Canada verso il Mediterraneo ingenti quantitativi di duro (se paragonati a quelli esportati finora mensilmente dall’Italia in questa annata) con un viaggio di soli 15/20 giorni …e giusto in coincidenza con le nostre trebbiature.

Detto questo, anche se la tendenza al momento sembra questa, i numeri quest’anno restano ancora piuttosto risicati e tutto può ancora succedere in un senso o nell’altro…in fondo basterebbero un paio di aste nord africane a sparigliare di nuovo le carte…stay tuned…

PS: un ringraziamento particolare a Granduro per avermi consigliato e aiutato a limare qua e là tutte le imperfezioni nella stesura dei grafici 🙂 oltrechè alla sua pazienza…

33 pensieri su “Uno sguardo agli stock canadesi di grano duro – I numeri di Spigadorata

  1. Complimenti a spigadorata per il bellissimo e precisissimo lavoro, un analisi puntuale della situazione ad oggi. ( clap clap 🙂 )
    Il canadese 1 nei porti fa pensare, possibile che il suo acquisto venga centellinato in attesa della nuova produzione italiana , con la speranza dei mugnai che il canada faccia un boom di produzione così da abbassare i prezzi e rendere quel cwad 1 più a buon mercato.
    Alcuni dicono che i prezzi dei noli siano un po’abbassati rispetto gli scorsi mesi , magari ciò unito al calo dei prezzi a cui stiamo assistendo potrebbe far smuovere qualcosina nei porti canadesi

    Sotto il Drought monitor per Canada ed America
    https://imgur.com/bSGrC9Z

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    1. Ti ringrazio 🙂

      Sulla questione N.1 così abbondante secondo me è più un effetto dei prezzi molto alti che voluta dai nostri mugnai…nel senso che è un effetto non voluto a tavolino quanto piuttosto creato dalla netta prevalenza degli acquisti di grano canadese di categoria inferiore più economico (da parte di tutti i paesi eh? non solo l’Italia…ad esempio dal Canada è partito quasi tutto N.2 nelle ultime settimane) …e comunque si partiva già da stock di buona qualità complessiva perché anche l’annata precedente 2020/2021 se ricordi si raccolse veramente tantissimo N.1…

      Vedremo che succederà…in questi giorni vedremo anche quanto grano effettivamente verrà ancora esportato in Nord Africa in partenza dall’Italia …e questo potrebbe essere un buon indizio per darci a mio avviso altre conferme o smentite sull’abbondanza o meno di grano italiano ancora disponibile, soprattutto dopo i risultati dell’ultima asta tunisina che sembrava dirci proprio che di italiano ce ne potrebbe essere molto più di quanto immaginavamo…

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    2. Intanto la HANYANG da 39.800t lorde, che da giorni era ferma vuota in banchina ad Ancona, è partita oggi per Bari semipiena:

      https://www.marinetraffic.com/en/ais/details/ships/shipid:3698410/mmsi:564585000/imo:9714226/vessel:HANYANG

      Mentre un’altra bulk vuota, la LADY DORIS da 30.800t, arriverà sempre ad Ancona domani (da tenere d’occhio…)

      https://www.marinetraffic.com/en/ais/details/ships/shipid:758619/mmsi:636092195/imo:9459955/vessel:LADY%20DORIS

      …e i primi di Febbraio sempre da Ancona già era partita la bulk TIZIANA da 35.400t lorde per l’Algeria (stesso copione della HANYANG con tappa intermedia a Bari…)

      …che niente niente le Marche (in coppia con Bari) sono diventate il nuovo piccolo Canada???

      Infine c’è un’ altra bulk arrivata vuota e che è ferma da giorni al porto di Bari, la DAIWAN ELEGANCE da 35.500t lorde, e mi aspetto che parta da un momento all’altro…per dove si vedrà…

      https://www.marinetraffic.com/en/ais/details/ships/shipid:2378347/mmsi:370189000/imo:9697894/vessel:DAIWAN%20ELEGANCE

      Insomma tutto sto traffico di bulk che arrivano vuote vedremo che fine faranno…stay tuned…

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  2. Grazie…
    E proprio così ….dei due meglio l eolico…ogni giorno sono accerchiato da un parco di 50 pale eoliche dislocate in zone marginali dove hanno creato strade buone che costeggiano l impianto…ritiro dei seminativi nullo….scempio del territorio alto anche se con il tempo ti ci abitui anche al rumore….i bambini la trovano un attrazione….e un parco solare non grande circa 10 ettari completamente ritirati alla produzione ed è come se c è un grande specchio….(terreni che producono una volta ogni due anni e poco…pendenza e argilla…inadatto per leguminose alimentari…
    Nel futuro e vero che ci sono molte chiacchiere e di quelle non mi preoccupo ma di 6 progetti di circa 60 ettari (i terreni migliori i più vocati)ho visto prendere acconti di 1000 euro circa ettari per l impegnativa….tutti parlano di aree verdi per morzare l impatto vedremo…accordi di circa 2500 euro a ha per 30 anni ho la metá ma tutto subito….30 -40mila euro /ettari(e questo fa gola a tutti i sminativi di collina in asciutto)
    Leggevo del più grande parco realizzato in Puglia e dell’ acquisto che alcune municipalizzate del nord Italia stanno facendo . ..i miei territori sono stati per generazioni poco redditizi tranne gli anni dello zolfo..e quando si paventa la possibilitá di fare grandi redditi siamo capaci solo di prendere la pagnotta e dare il surpluss agli altri….svendendo il territorio….per me dovevano dare la possibilità solo alla aziende agricole di fare piccoli impianti il più greening possibile per dare reddito extra e diventare produttori di energia…..per non parlare di tetti ,capannoni e quanta altro ….rimane cmq spregevole(colonizzante)l idea che con i capitali si possano acquisire intere contrade .,.se c è una ricchezza che è il suolo e il sole è nostra e andrebbe preservata…..il problema maggiore sará l aumento del costo della terra senza giustificato motivo…oppure volete fare gli impianti bene ci dovete costruire le infrastrutture che mancano nei territori (strade interpoderali,bonifiche e condotte,scuole,presidi ospedalieri…o alcune di queste cose…realmente. quanto meno diano lavoro in termini di manutenzione del verde…

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    1. Credo tu volessi dire 2022…comunque se avessimo la palla di cristallo per prevedere cosa succederà tra un anno o due saremmo tutti milionari credo…l’unico modo che io conosco per non farsi trovare del tutto impreparati dagli eventi è seguire l’evolversi delle cose passettino dopo passettino…che poi è proprio quello che si cerca di fare in questo blog…

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    1. Complimenti e grazie..dedicare il proprio tempo per dare informazioni a tutti (come il sindacato). E complimenti a granduro alias Francesco e al blog che ha preveduto tutti i ribassi di questa Annata stop end go…
      Fatemi gli auguri che ieri ho comprato un lotto di seminativo e sono soddisfatto ,credo che da qui a due,tre anni sarà molto difficile acquistare terreni perché il fenomeno fotovoltaico nelle mie zone sta dilagando e molti colleghi amici,parenti…hanno già preso degli acconti…nasceranno circa 6 parchi intorno a me?(hanno preso tutti acconto)…bene i miei terreni per fortuna o per disgrazia non sono coinvolti….quasi tutti venderanno o affitteranno i terreni con l idea di acquistarne degli altri…entreranno nel mercato della terra agricoltori di primo o secondo lavoro pronti a pagare i terreni più di quelli che valgono…..non critico e non condanno nessuno, probabilmente se venissero da me con la valigetta accetterei anch io…..però nessuno si è posto la domanda…dov’è è il bussines…quanto e come si guadagna ….invece i nostri colleghi vedono solo una espropriazione speculativa che gli paga i terreni per tre volte…..la politica sembra non governare il fenomeno e molti paesini considerati cittá del grano potrebbero (nell’ anarchia)diventare città dei pannelli solari…

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      1. purtroppo è proprio la politica che governa il fenomeno…se infatti il fotovoltaico non godesse di incentivi e detrazioni, oltre che tariffe di vendita dell’energia sussidiate stai sicuro che non vedremmo neanche un pannello nei nostri terreni…

        https://www.mrkilowatt.it/impianti-fotovoltaici/quali-incentivi-puoi-sfruttare-in-italia-per-acquistare-il-tuo-impianto-fotovoltaico-sunpower/#:~:text=Con%20l'approvazione%20del%20decreto,fino%20al%2031%20dicembre%202021.

        Ed il principio che ispira questi investimenti agevolati in fotovoltaico è il green deal UE che prevede la riduzione delle emissioni entro il 2030.
        Un obiettivo così ambizioso (o scellerato) non può che essere realizzato facendo sorgere campi fotovoltaici come funghi, e poco importa se sarà innescata una gigantesca crisi alimentare…
        https://www.guidafinestra.it/green-deal-ue-emissioni-2030-2050/

        Fosse per il ,mercato avremmo scavato pozzi di estrazione per il gas nel Mediterraneo, roba che la politica invece ha bloccato.

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      2. Maledetti tutti coloro che hanno permesso ciò.
        Non si rendono conto che ridurre le superfici coltivabili è un aberrazione.
        I pannelli solari devono essere sistemati là dove è possibile, dove non arrecano “danno”,
        Tetti(tutti), autostrade, terre non coltivabili, etc.
        Ho assistito ad una interpellanza parlamentare, sembrava che potesse esserci un seguito alla correzione di una legge di m…. niente , tutto silenzio.
        Belle cose.

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      3. Purtroppo con il fotovoltaico c’è lu mangia mangia e quindi non parla nessuno ,io non sono contrario al fotovoltaico ma sono contrario che lo facciano le multinazionali ,sarebbe stato meglio se a farlo sarebbero stati agricoltori o proprietari .Noi gli utili li investiamo sul territorio, mentre le multinazionali per qualche posto di lavoro deturpano l’ambiente e gli utili li portano altrove.

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      4. https://www.trnews.it/2022/01/20/assalto-delle-rinnovabili-400-istanze-in-regione-puglia/345776
        In Puglia l’assalto sfrenato continua via terra e ora anche via mare, nonostante qui si produca già oltre il 50% dell’energia eolica nazionale e circa il 20% dell’energia nazionale da fonti rinnovabili.
        Sembra che in Italia quasi solo il Sud (anche la Sicilia e’ nelle prime file a subire questi assalti all’arma bianca!) debba continuare a pagare dazio alla transizione ecologica del Paese.
        Si continuano a dare autorizzazioni a pioggia a nuovi impianti fotovoltaici ed eolici senza nessun piano strategico, che possa regolamentare il settore, da parte delle regioni meridionali.
        Nessun investimento in infrastrutture e in servizi essenziali per supportare lo sviluppo delle regioni del Sud, ma continui sussidi, incentivi e via libera a impianti di rinnovabili, che non portano crescita ne’ posti di lavoro, ma solo danni all’economia agricola e all’ambiente rurale e ora anche marino del Mezzogiorno … mah! 😡

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      5. mi hanno appena chiamato…insistono che vogliono dei terreni che sono incuneati in un feudo che stanno comprando…gli ho chiesto 50.000 €/ha…a parole sono pronti a comprarsi mezza provincia.

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      6. Grazie per i complimenti (un po’ meno per il paragone col sindacato…)

        …e auguri per l’acquisto 🙂 bello leggere che ci sono persone disposte ancora ad investire nella vera agricoltura…soprattutto dopo aver letto tutta la situazione che descrivete sul fotovoltaico…

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  3. Intanto voglio dare un immenso grazie alla nostra preziosissima Spigadorata, ma ho
    Una domanda: mi pare di capire che sia un post piuttosto ottimista per una possibile ripresa dei prezzi?

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    1. Io non vedo ne ottimismo ne pessimismo, ma un’analisi della situazione ad oggi e un confronto con il passato.
      Ovvio che in un anno come questo viste le scarse produzioni Canadesi rispetto alla media decennale potrebbe pure esserci un periodo di domanda dinamica e far virare il prezzo al rialzo. Ma potrebbe pure non succedere visto ci potrebbe essere anche un’offerta dinamica. Secondo me oggi la fariante fondamentale è la quantità di grano italiano che c’è ancora in giro, di cui oggi non sappiamo nulla, almeno io non lo so.

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  4. Complimenti per il lavoro svolto nessuna critica…. ti faccio alcune domande, che a mio avviso, ci aiuterebbero a capire meglio il confronto con il 2008… hai evidenziato il massiccio calo delle scorte Canadesi nel primo trimestre del 2008 ovvero (gennaio/marzo) passando da 2972000t a 2071000, quindi con un consumo di 900000t…. Queste 900.000t dove sono state vendute/ esportate? In che quantità e quando giunte ai paesi importatori? Quanto e quando duro importarono i nostri mugnaii nel primo semestre del 2008?…grazie e grazie per tutto il lavoro e il tempo che hai impiegato, e che il nostro autore ci ha dedicato in tutti questi anni, per raccogliere, raggruppare tutti questi dati…. , stai occupando una posizione un po’ scomoda ma altrettanto gratificante… 😉

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  5. Ringrazio davvero tutti per i complimenti ricevuti 🙂 ripagano tutto il tempo spesoci dietro…

    …tuttavia mi piacerebbe leggere anche le critiche e/o spunti di riflessione che aiutano sempre ad avere una diversa visione delle cose…coraggio non siate timidi! 😀

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      1. Ti ringrazio 🙂 effettivamente raggruppare tutti i dati è stato un po’ laborioso…ma io pensavo col risultato di cominciare a diradarla un po’ quella nebbia…

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